Educazione dei giovani ateniesi
Isocrate
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Versione Tradotta
Segnala erroreSi prendevano cura di tutti i cittadini, ma in particolare dei giovani. Percepivano infatti che le persone di quell'età vivevano in modo estremamente disordinato e erano soggette a molti desideri, e che i loro animi avevano un grande bisogno di essere educati attraverso la pratica di nobili attività e fatiche piacevoli. Solo a queste occupazioni poteva dedicarsi chi era cresciuto come uomo libero e abituato a una vita elevata. Non era quindi possibile indirizzare tutti verso le stesse attività, poiché erano diversi per condizioni di vita. Assegnavano ad ognuno le attività proporzionalmente al suo patrimonio. Infatti, i giovani che si trovavano in situazioni economiche più difficili li indirizzavano all’agricoltura e al commercio, poiché sapevano che dall’ozio nasceva la povertà e dalla povertà la disonestà. Ritenevano dunque che eliminando la causa principale del male avrebbero anche evitato i relativi crimini. Costringevano invece chi disponeva di mezzi adeguati a dedicarsi all’equitazione, alla ginnastica, alla caccia e alla filosofia, poiché osservavano che grazie a queste attività alcuni diventavano eccellenti, mentre altri si astenevano dalla maggior parte delle azioni negative. Stabilite per legge questi principi, non trascuravano il resto del tempo, ma, suddividendo la città in rioni e la regione in demi, vigilavano sulla vita di ciascuno, portando davanti all’Areopago chi viveva disordinatamente. Il consiglio ammoniva i primi, minacciava i secondi, puniva gli altri secondo le loro colpe.
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